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Grafia e Indicazioni di Pronuncia |  Avvertenze |  Indicazioni Grammaticali |  Abbreviazioni |  Artìcoi e preposizions articolèdes
I possessives |  I numerai |  La formazion del plural |  La declinazion de l'agetif |  L verb: la coniugazions regolères
I verbes ausilières |  I verbes modai |  I verbes iregolères |  Verbes con mudament vocalich
I tempes componui |  La coniugazion reflessiva |  La coniugazion passiva

          Note      

Grafia e indicazioni di pronuncia

La grafia qui utilizzata è quella elaborata per il ladino fassano standard, sulla base delle indicazioni formulate dalla Commissione appositamente costituita dall'Istituto nel 1994. I segni grafici utilizzati e i rispettivi valori fonetici sono illustrati nelle tabelle seguenti.

Si tenga presente in ogni caso che in questa fase il DILF intende non tanto codificare la corretta "dizione", quanto piuttosto proporre una grafia di supporto quale tratto unificante tra le varietà di valle. Per questo motivo si adottano criteri ortografici a maglie larghe tali da consentire anche diverse realizzazioni locali. Per es.: in bel la e può essere aperta (brach, moen.) o chiusa (cazet); viceversa in egn la vocale è pronunciata aperta in cazet e moenat, ma chiusa in brach.

Vocali

a - à [a] in sillaba tonica e atona * man, pàssol, pecià, antich
e - è [ę] (aperta) in sillaba tonica pèla, ciantèr, vedela 
e - é [ẹ] (chiusa) in sillaba tonica e atona béleche, moliné, sera, ejam
i - ì [i] in sillaba tonica e atona badil, pìciola, sorì, pistorìa
o - ò [ǫ] (aperta) in sillaba tonica nòbol, ampò, pola
o - ó [ọ] (chiusa) in sillaba tonica e atona códoma, aló, fon, potent
u -ù [u] in sillaba tonica e atona fun, pùchela, velù, curèr

* La pronuncia di <a> finale atona è per lo più velare: ombrìa, teila [-å]

Dittonghi

ai [ại̯] discendente raiser, batarai
au [ạu̯] discendente fauc, auzete!
ei [ẹi̯] ~ [ęi̯] discendente peigher, majarei
ie [i̯ẹ]  ascendente fieter, ciel
ou [ǫu̯]  discendente coul, oujer

Di norma i dittonghi au, ei, ou compaiono in sillaba tonica, con riduzione in posizione atona (saut > sutèr, peigher > pegrarìa, peissa > pissèda, outa > utèr). I dittonghi ai, ie possono trovarsi anche in sillaba atona: fieterèr, paissèr.

Accentazione

Nella ortografia corrente l'accento viene usato, con funzione grammaticale, per indicare le forme monosillabiche dei verbi aer, esser, dir, dèr e saer, differenziandole da forme omofone: é (vb.) vs. e (cong.), à (vb.) vs. a (prep.), (vb.) vs. da (prep.), (vb.) vs. sa (prep.) ecc.; e così pure: (avv.) vs. ja (prep.).

Si indica invece l'accento tonico:

Esso viene inoltre consigliato:

Nei polisillabi le seguenti desinenze sono di norma toniche: -ac, -al, -an, -ant, -at, -ec, -ent, -ic, -ier, -il, -in, -ir, -oc, -on, -ot, -oz, -uc. Sono invece per lo più atone le forme uscenti in -ech, -er, -es, -esc (eccetto le forme verbali della IV coniugazione), -ich, femm. -ica (ma amch, nemch).

Per facilitare la lettura, qualora le voci ladine non portino l'accento grafico come prescritto o consigliato dalle norme, il DILF indica la sillaba tonica mediante un punto sottoscritto alla vocale. Tale indicazione prescinde dal grado di apertura della stessa. Es.: "comedǫn", in grafia corrente comedon, è pronunciato con o aperta a Canazei e Campitello, con o chiusa ad Alba e Penia, e nel resto della valle.

Consonanti e nessi consonantici

Le consonanti b, d, f, l, m, n, p, r, t, v, si usano come in italiano. Le consonanti k, w, y, x ricorrono soltanto in voci straniere. Il nesso qu ricorre soltanto in voci di base latina non assimilate (es.: quintal, quadrat, vs. chìndesc, caranta).
 
 
c davanti a i e e in posizione finale [č] it. cena cilor, pecei dalonc, panec
ci davanti a a, o, u [č] it. cioccolato vacia, ciusch, arcion
c davanti ad a, o, u davanti a consonante [k] it. come colet, socors crepa, encrescer
ch davanti a i e e in posizione finale [k] it. chilo chief, bechet pesoch, lech
g davanti a i e e [ǧ] it. gesto getria, tragich
gi davanti a a, o, u [ǧ] it. giallo gialina, giust, longia
g davanti ad a, o, u davanti a consonante [g] it. gufo galon, segonin grief, desgropèr
gh davanti a i e e in posizione finale (neologismi) [g] it. ghiro gheba, beghèr dialogh, teologh
j davanti a vocale [ž] fr. journal jouf, ajei, spenjer
s davanti a vocale, in posizione iniziale o postconsonantica (con eccezioni, v. sotto) in posizione finale [s] it. suonare sera, sala
pensier, arsegurèr fiores, molins
s in pos. intervocalica [z] it. rosa, ted.Esel sa, resa
s davanti a consonante sorda davanti a cons. sonora, liquida e nasale [š] [ž] ted. stehen istà, stua slengèr, svérgol
ś in posizione iniziale [z]   śal, śima, śabia,
ss in posizione intervocalica nel nesso finale tonico -ess [s]   ted. essen   messa, pussèr progress, enteress
sc davanti a e, i in posizione finale [š] it. scimmia lascèr, scirà paìsc, càlesc
sci davanti ad a, o, u [š] ted. Schaf Fascia, aisciuda
in posizione interna o finale [šč] ven. s-ciopo deiolà, po, arti
z in ogni posizione in pos. prevocalica (neologismi) [ts] [dz] ted. Ziel it. zanzara zenza, àzola, piz zero, azot, zingo

Aiuti per la lettura

Casi particolari o eccezioni alle regole ortografiche sono segnalati nel DILF tra parentesi quadra. Es.: pisca [sk] (non /píška/ !).

Inoltre per facilitare la lettura in casi di ambiguità, il DILF fa ricorso ad alcuni segni speciali, i quali tuttavia non vengono utilizzati nella grafia corrente. In particolare:

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